VENERDÌ 16 LUGLIO 2021
(LaPresse)
“Forte preoccupazione e dissenso da parte del direttivo congiunto, svoltosi nella serata di ieri, con i rappresentanti dei magistrati amministrativi dei Tar e del Consiglio di Stato (nella percentuale di circa il 90% dei magistrati attualmente in servizio che compongono la Giustizia amministrativa), per la presentazione dell’emendamento 17.100 all’A.S 2272, di iniziativa parlamentare, con il quale si vuole modificare la composizione dell’Organo di autogoverno della giustizia amministrativa”. E’ quanto si legge in una nota congiunta dell’Associazione Nazionale Magistrati Amministrativi (ANMA) e del Coordinamento Nuova Magistratura Amministrativa (CO.N.MA). “Appare innanzitutto sconcertante che una novità volta ad incidere su delicatissimi equilibri di rilievo costituzionale venga veicolata tramite l’inserimento di un emendamento dalla formulazione oscura, in un testo di legge avente tutt’altro oggetto e tutt’altri obiettivi, al di fuori di ogni interlocuzione con i rappresentanti della magistratura. Tali modifiche minano la presenza della rappresentanza elettiva dei magistrati, dequotandone di fatto la rilevanza nell’esercizio della espressione della volontà collegiale, attraverso la sterilizzazione delle posizioni espresse dai relativi rappresentanti che siedono in Cpga in virtù di democratica elezione, con l’effetto di determinare una trasformazione dell’Organo in chiave palesemente dirigistica e lontana dal paradigma costituzionale rappresentato dalla regolamentazione del Csm”.
(AGI)
“Appare innanzitutto sconcertante che una novita’ volta ad incidere su delicatissimi equilibri di rilievo costituzionale venga veicolata tramite l’inserimento di un emendamento dalla formulazione oscura, in un testo di legge avente tutt’altro oggetto e tutt’altri obiettivi, al di fuori di ogni interlocuzione con i rappresentanti della magistratura”, si legge nella nota congiunta di Anma e Conma, in cui si sottolinea che “tali modifiche minano la presenza della rappresentanza elettiva dei magistrati, dequotandone di fatto la rilevanza nell’esercizio della espressione della volonta’ collegiale, attraverso la sterilizzazione delle posizioni espresse dai relativi rappresentanti che siedono in Cpga in virtu’ di democratica elezione, con l’effetto di determinare una trasformazione dell’organo in chiave palesemente dirigistica e lontana dal paradigma costituzionale rappresentato dalla regolamentazione del Csm”. In tale quadro, aggiungono, “sorprende la posizione assunta dai vertici del Consiglio di Stato che aggravano la preoccupazione suscitata dalla presentazione dell’emendamento: risulta del tutto singolare il richiamo all’assimilazione al Csm, sottacendo che la proporzione in seno al Csm tra componenti di diritto (3) e laici (8) da un lato e componenti togati elettivi (16) dall’altro prevede un’eclatante prevalenza di questi ultimi sugli altri, anche complessivamente considerati, laddove l’emendamento in commento si propone di operare in direzione esattamente opposto”.
(9Colonne)
“Forte preoccupazione e dissenso da parte del direttivo congiunto, svoltosi nella serata di ieri, con i rappresentanti dei magistrati amministrativi dei Tar e del Consiglio di Stato (nella percentuale di circa il 90% dei magistrati attualmente in servizio che compongono la GIUSTIZIA amministrativa), per la presentazione dell’emendamento 17.100 all’A.S 2272, di iniziativa parlamentare, con il quale si vuole modificare la composizione dell’Organo di autogoverno della GIUSTIZIA amministrativa”. E’ quanto si legge in una nota congiunta dell’Associazione Nazionale Magistrati Amministrativi (ANMA) e del Coordinamento Nuova Magistratura Amministrativa (CO.N.MA). Il Direttivo congiunto ha proclamato lo stato di agitazione permanente chiedendo “l’immediato ritiro dell’emendamento, non escludendo alcuna misura di contrasto all’introduzione di una previsione normativa che si presenta offensiva della dignità e delle funzioni dei magistrati amministrativi, ivi compresa l’astensione dalla partecipazione alle udienze, a partire già dal prossimo mese di settembre”.
(AGI)
I magistrati amministrativi proclamano lo stato di agitazione permanente chiedendo “l’immediato ritiro” dell’emendamento di iniziativa parlamentare inerente la modifica la composizione dell’organo di autogoverno della Giustizia amministrativa. Lo annunciano, con una nota, l’Associazione Nazionale Magistrati Amministrativi (Anma) e il Coordinamento Nuova Magistratura Amministrativa (Conma), dopo la riunione del direttivo congiunto, svolto ieri sera, con i rappresentanti dei magistrati amministrativi dei Tar e del Consiglio di Stato (nella percentuale di circa il 90% dei magistrati attualmente in servizio che compongono la Giustizia amministrativa). Le toghe amministrative non escludono “alcuna misura di contrasto all’introduzione di una previsione normativa che si presenta offensiva della dignita’ e delle funzioni dei magistrati amministrativi, compresa l’astensione dalla partecipazione alle udienze, a partire gia’ dal prossimo mese di settembre”.